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DIZIONARIO DELLE PAROLE DELLE NUOVE GENERAZIONI MIGRANTI

Discriminazione

La discriminazione consiste in un trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo o un gruppo di individui in virtù della loro appartenenza ad una particolare categoria. 
Il principio di non discriminazione trova fondamento giuridico in fonti costituzionali di livello internazionale, europeo e nazionale A livello internazionale la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 sancisce il rispetto nei confronti di ogni individuo indipendentemente dalla sua appartenenza ad un particolare gruppo in questi termini:”ogni individuo ha diritto a tutti i diritti e le libertà stabiliti nella presente Dichiarazione, senza alcuna distinzione di qualsiasitipo, come la razza, colore ella pelle umana, il sesso, la lingua, la religione,  l'opinione politica o di qualsiasi altra natura, l'origine nazionale o sociale, la proproetà privata  la nascita o altro stato di appartenenza”.
Nell’ordinamento italiano la fonte primaria del diritto antidiscriminatorio è l’articolo 3 della Costituzione, che afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali avanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Per il resto, la definizione di un vero e proprio principio di non discriminazione è contenuta in numerose fonti normative interne http://www.unar.it/documenti/normative/italiana/
L’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, brevemente denominato UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, è l’ufficio deputato dallo Stato italiano a garantire il diritto alla parità di trattamento di tutte le persone, indipendentemente dalla origine etnica o razziale, dalla loro età, dal loro credo religioso, dal loro orientamento sessuale, dalla loro identità di genere o dal fatto di essere persone con disabilità. http://www.unar.it/chi-siamo-2/

Donne Islamiche

In Europa, recentemente, si sono diffusi discorsi pubblici sul genere e l’Islam: le discussioni civiche, a volte, hanno assunto intenti polemici. Si rappresenta genericamente l’Islam come una religione che avalla e perpetra discriminazioni di genere. Sul versante delle seconde generazioni, inoltre, cresce la consapevolezza dell’arbitrarietà di alcuni retaggi culturali che derivano dai paesi di provenienza dei genitori. Le giovani e i giovani di seconda generazione sono più predisposti a mettere in discussione i modelli di genere, reclamando pari opportunità e un equo trattamento (ad esempio, nelle possibilità di accesso all’istruzione, o nella realizzazione personale). Si registra, quindi, un crescente ingresso delle donne islamiche nella vita pubblica. Questo rende ancor più evidente come la manifestazione pubblica e privata della propria individualità non sia da imputarsi esclusivamente alla religione: questa è lontana dall’essere un monolite, ma, al contrario, presenta molteplici sfaccettature che possono essere adattate alla vita e alle pratiche quotidiane. Ciò non toglie che nelle famiglie vi siano, ad oggi, alcune resistenze che impediscono la piena realizzazione delle donne nella vita pubblica o professionale. Bassa scolarizzazione, lacune linguistiche e riproposizione di modelli tradizionali di socializzazione erano – e in parte sono - alcuni dei rischi che possono incontrare le donne migranti. Le giovani donne di seconda generazione, tuttavia, hanno una maggiore capacità di integrarsi con la società autoctona, mantenendo e coltivando, al contempo, la propria specifica identità. La forza della ricerca di maggiori possibilità di autoaffermazione è affiancata da una costante rivendicazione di essere una donna islamica. La religione islamica, infatti, contro tutte le rappresentazioni fuorvianti che sono state promulgate negli ultimi anni da un certo tipo di rappresentazioni (anche mediali e politiche), ha un’alta considerazione della donna. Le figure femminili presentate nel Corano sono forti e indipendenti, in grado di ispirare anche le donne dei nostri giorni.

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