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DIZIONARIO DELLE PAROLE DELLE NUOVE GENERAZIONI MIGRANTI

Terrorismo

Nonostante il terrorismo sia considerato una delle principali minacce per la pace e l’equilibrio globale, ancora oggi non esiste una definizione accettata universalmente.
Per le Nazioni Unite il concetto di ‘atto terroristico’ è stato definito come: “ogni atto inteso a causare la morte o il ferimento di civili o di altre persone non attive in un conflitto bellico, in cui lo scopo dell’atto, per natura e contesto, è quello di intimidire una popolazione o condizionare un governo o una organizzazione internazionale a fare o astenersi dal fare qualcosa”. UN 1999 ‘International convention for the suppression of the financing of terrorism’  https://treaties.un.org/doc/db/Terrorism/english-18-11.pdf
La radice della parola terrorismo è riconducibile al verbo latino terrere : ‘spaventare, intimorire’. Prioprio in linea con questa connotazione, per comprendere la differenza tra il terrorismo ed altre forme di violenza politica è cruciale associare alla violenza il ruolo della comunicazione o del valore simbolico degli atti violenti. Cosa accomuna episodi come il massacro degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972, i rapimenti delle Brigate Rosse,  le bombe dell’ETA e quelle dell’IRA, gli attentati alle Twin Towers? 
Schmid e De Graff (1982) vedono il terrorismo come un atto violento che mira ad attirare l’attenzione e, attraverso la pubblicità che genera, comunicare un messaggio.
A.P.SCHMID, J.DE GRAAF, Violence As Communication: InsurgentTerrorism and the Western News Media , Sage, Londra e Beverly Hills,1982.

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