Metafora
La metafora è una figura retorica che è stata legata fin dalle sue prime definizioni a un processo di intuizione simbolica che crea conoscenza. La semantica cognitiva, con George Lakoff e il gruppo di ricerca dell’università di Berkeley, ha evidenziato che la metafora è una forma del pensiero, uno dei modi di cui gli esseri umani si servono più frequentemente e in modo più efficace per pensare la realtà. Anche quando comunichiamo, facciamo ricorso spesso a metafore che, portandosi dietro significati impliciti,hanno un impatto molto forte nella costruzione del nostro immaginario, degli schemi concettuali con cui classifichiamo la realtà e costruiamo il nostro mondo semiotico, degli stereotipi.
E questo accade con la trasposizione simbolica da un certo dominio di conoscenza ad un altro, con l’espressione di un rapporto analogico fra due termini, concetti o immagini che appartengono a due ambiti di significato diversi che, accostati, permettono di esprimere nuovi sensi. Il dominio da cui prendiamo ispirazione, che conosciamo meglio, è il dominio sorgente, quello che vogliamo definire è il dominio target.
Per esempio dire “lo stato comunque ti dà una mano” implica la metafora concettuale LO STATO (dominio target) è UN PADRE/AMICO (dominio sorgente). L’analisi delle parole e delle immagini alla luce delle teorie delle metafore ci aiutano perciò a capire ed evidenziare quali forse implicite guidano i nostri pensieri e le nostre azioni, un fenomeno chiamato effetto framing, che è centrale sia per analizzare il modo in cui idee e stereotipi nascono e si diffondono e di definire gli immaginari e le percezioni sui fenomeni. Questo primo passo è fondamentale per ideare le strategie di cambiamento sugli immaginari, sia quando li usiamo per rafforzare concetti e comportamenti desiderabili, sia per contrastarli cambiando il dominio sorgente di ispirazione di una metafora.
Migrazioni
Le migrazioni sono processi dotati di una dinamica evolutiva che comporta una serie di adattamenti e di modificazioni nel tempo e sistemi di relazioni che interessano le aree di partenza, le aree di transito e le aree di destinazione. Sono “costruzioni sociali complesse” nelle quali agiscono tre principali attori:
1. Le società di origine, con le loro capacità di offrire benessere, libertà e diritti ai propri cittadini e con politiche più o meno favorevoli all’espatrio per ragioni di lavoro di parte della popolazione;
2. i migranti attuali e potenziali, con le loro aspirazioni, progetti e legami sociali;
3. le società riceventi, sotto il duplice profilo della domanda di lavoro di importazione e delle modalità di accoglienza, istituzionale e non, dei nuovi arrivati [Fonte: Ambrosini M. (2005), Sociologia delle migrazioni, Il Mulino, Bologna p. 18].